Incontri nuovi, idee nuove e cammini nuovi
Esperienza di scoperta della bellezza e del valore della solidarietà come spazio aperto per accogliere le fragilità umane e generare nuove possibilità.
Vede la collaborazione attiva di ragazzi e insegnati
con i gruppi diocesani impegnati sul versante della crescita dei ragazzi
- Caritas Diocesana Fossano
- Azione Cattolica
Attraverso il progetto (denominato sui documenti Caritas come “Laboratorio Comunità Cultura”) s’intende rafforzare la capacità di giovani e adulti di poter essere “poeti socialiin cammino verso un’alternativaumanaalla globalizzazione, alla crisi, allo strapotere del denaro, all’incertezza e all’indifferenza… mettere l’economia al servizio dei popoli, costruire la pace e la giustiziae difendere la Madre Terra(Papa Francesco – 3° incontro mondiale dei Movimenti Popolari, 5 novembre 2016).
La speranza è ottenere un impatto positivo in due principali direzioni:
- più apertura e ingaggio da parte dei giovanie della scuolaverso esperienze che includono la fragilità sociale e umana (nell’alternanza scuola-lavoro, nel volontariato sociale, nelle esperienze estive, nel percorso di studio, nel tempo libero, nelle attività culturali ecc.);
- il maturare di un’abitudine e capacità interna (nella collaborazione tra tutti i gruppi diocesani, trasversale tra Cuneo e Fossano) ad organizzare e promuovere insieme incontri con e tra le nuove generazioni(lungo tutto il corso dell’anno), con metodi “attivi” e “generativi”, mettendo in moto una cultura viva e diffusa della solidarietà, del bene e dell’inclusione sociale.
Tutto ciò è motivato dal desiderio di diffondere apertura e curiosità verso esperienze umane
(nell’alternanza scuola-lavoro, nel volontariato sociale, nelle esperienze estive, nel percorso di studio, nel attività culturali ecc…); dalla ricerca di una pratica di “leadership di servizio” nella comunità localee dall’idea di lavorare insieme.
Il progetto prevede di accompagnare i ragazzi e gli insegnanti in esperienze attive e attivanti di conoscenza, incontro e partecipazione creativa tese a far crescere nuove “leadership di servizio” (…) nella comunità locale.
Due temi
Io cado / la fragilità e vulnerabilità
Parole chiave: #vulnerabilità, #fragilità, #riconciliazione, #trasgressione, #solitudine, #dolore, #corpo
Alcune volte la vulnerabilità ha una natura sociale ed economica, altre volte è esistenziale, è legata al sentire insicurezza e vuoto, al disorientamento nella ricerca di senso e all’esperienza del dolore nel corpo (che nasce più volte, s’ammala, si riprende, muore).
Sentirela propria fragilità e sentire la fragilità dell’altro, soprattutto se ferito, è una questione. All’inizio del nostro «costruirci come umani» c’è un desiderio: «abbiate cura di me» (vogliatemi bene, nutritemi, amatemi…). Il problema è che l’unico modo per avere qualcuno che si prenda cura di me è vivere delle relazioni, cioè ammettere che gli altri esistono. Qui nasce un conflitto inevitabile: per avere cura di me devo avere cura degli altri, che a loro volta avranno lo stesso desiderio. «Voler bene però… fa un sacco male».
Visitare i cantieri Caritas e aprirsi ad un confronto si questo può mostrare altre parti della fragilità umana come nuova prospettiva e possibilità rispetto allo stare con gli altri e a noi stessi. Ad esempio può insegnarci a reggere la vulnerabilità del nostro corpo, corpo che può nascere più volte, che poi s’ammala, che si riprende, che poi muore e che porta diverse abilità nel corso della vita. Allo stesso modo la fragilità può diventare qualcos’altro. Il tema prende la spunta da una domanda:
come sopportare le nostre fragilità e riuscire a portare,
a tenere vicino a noi, anche le fragilità degli altri?
Io rinasco / creatività e cura
Parole chiave: #cura, #ascolto, #sperimentazione, #relazioni, #snodi, #impegno, #cambiamento
“Cura” non è solo una questione astratta, è fare qualcosa, nel tempo e con attenzione e creatività, riconoscendo le risorse delle persone. Implica un rapporto reciproco – aldilà delle età e delle condizioni sociali e culturali – ed è un impegno attento che si esprime in gesti, parole, emozioni, a volte anche in contrasti. La cura è la base della “generatività sociale” (Magatti). Con questo termine si sottolinea il fatto che, in ogni nostra azione, si parte da un’iniziativa personale, ma si va poi a coinvolgere altri, andando al di là di chi comincia.
L’azione Caritas, la solidarietà e la misericordia… è sempre aldilà di chi comincia, ed è cura e creatività insieme per sostenere snodi di vita(in prima persona e come famiglie e comunità). Uno snodo è una curva a gomito al fondo di una lunga salita, è il momento in cui una persona recupera risorse personali, materiali e relazionali sufficienti da rendersi resiliente nella crisi. Il lavoro, la casa, il recupero degli affetti sono opportunità di riscatto e ripartenza. Molte storie approdate ai centri di ascolto Caritas mostrano delle vie percorribili per mantenere mente, cuore e mani aperte nella rassegnazione e nella sfiducia.
Ascoltare, attivarsi e costruire sono i passi della cura.
Il progetto prevede che le classi coinvolte sperimentino in pratica idee creative di “cura”, a partire da quanto scoperto nel lavoro dell’anno precedente e da quanto seminato nei laboratori di partecipazione. Potranno essere iniziative culturali oppure di servizio, ciò che conta è che sia nate dal confronto, dalla consapevolezza e dal fare insieme. Nella sperimentazione si prevede di coinvolgere la comunità fossanese (associazioni) e i luoghi culturali (museo).
Un progetto a più mani
Si prevedono incontri e laboratori di formazione esperienziale sul campo (nelle realtà dei cantieri Caritas in essere a Fossano e altrove), momenti di narrazione e conoscenza delle storie e delle persone in cui mettere a fuoco il lato “umano” delle questioni, spazi di progettazione partecipata di iniziative che esprimano quanto si è appreso intorno ai temi, occasioni di formazione collaborativa tra e per insegnanti e giovani animatori, iniziative culturali musicali che vanno oltre la performance artistica (il concerto).
Sul versante interno (governance) si prevede una collaborazione a più livelli che richiede un intenso lavoro di coordinamento e regia organizzato su più livelli:
- La cabina di regia estesa alle realtà diocesane indicate sopra (6 incontri: 3 incontri/anno).
- Gli animatori AC con funzione di accompagnare studenti e classi.
- Gli studenti e gli insegnanti: s’intende creare e accompagnare un gruppo composto da circa 30 studenti-insegnanti (2-4 studenti referenti per ogni classe e 1 insegnante per ogni scuola), con ed eventualmente 4 studenti potrebbero diventare alternanza scuola-lavoro. Gli studenti così coinvolti hanno anche la funziona anche di riportare nelle classi gli apprendimenti e co-progettare le iniziative per gli istituti e la comunità locale.
- I referenti e le person ecoinvolte nei cantieri e uffici Caritas da visitare
- I rappresentanti delle scuole.
- L’associazionismo sociale e culturale nella fase di attuazione delle sperimentazioni.
Infine – considerando la natura culturale e il target giovane del progetto – si predispone un’azione specifica di COMUNICAZIONE SOCIALE per animare i canali social (instagram, facebook, whats app…) e far circolare informazioni e racconti sul progetto, realizzati da giovani professionisti.
Verso l’esterno in sintesi le azioni principali sono raggruppabili in due principali voci:
- THE SUN:il concerto e l’incontro con i musicisti
Si tratta di un concerto rock della band molto conosciuta – THE SUN – a Fossano il 10 novembre 2018 come avvio dell’intero progetto. Si prevede una platea di 2.000 persone. Le classi coinvolte ricevono un invito diretto in aula e un biglietto gratuito d’ingresso (per ogni studente e insegnante coinvolto, ovvero circa 250 biglietti). Non si tratta solo di una performance ma della possibilità di conoscere la storia di artisti (Francesco Lorenzi) che hanno vissuto un profondo cambiamento interiore verso un approccio positivo e solare nei confronti della vita (da cui il nome della band “THE SUN” e il titolo del libro “La strada del sole”).
- THE NEXT: il percorso nelle scuole e la creazione delle 4 iniziative
“Next” vuol dire “prossimo”, persona vicina, ma vuol anche dire “futuro imminente”. È il percorso in cui sono immersi gli studenti, un laboratorio pluralecaratterizzato da un clima di compartecipazione e azioneche unisce giovani, insegnanti, stranieri, detenuti, disabili e altre voci ai margini perché da lì possono arrivare “cose belle” (Lo Spirito soffia nel corpo e non solo nella testa). Il percorso è organizzato in 3 fasi.
Avvio del progetto: tutte le classi vengono informate del progetto attraverso un primo giro degli animatori nelle classi, cono lo scopo di dare il via al progetto e invitare al concerto (biglietti OMAGGIO).
NB: Primo laboratorio nelle classi
Dopo il concerto si organizza (in una sessione di formazione collaborativa di 3 ore con tutti gli animatori ed eventuali insegnanti) e si realizza 1 laboratorio esperienziale della durata di 2 ore in orario di lezione, in aula con la totalità della classe, basato sul primo tema. (Si tratta di realizzare entro la fine del primo quadrimestre 12-13 laboratori di 2 ore “a mile in my shoes…”, in cui mi metto nelle scarpe di una persona e interagisco in piccoli gruppi a partire da una situazione data).
A partire da quei laboratori si individueranno gli studenti che (volontariamente) saranno i referenti delle classi e li si inviterà alla visita del cantiere Caritas (in orario extra scolastico). Saranno i più motivati e affini a questo genere di esperienza (probabilmente quelli che hanno più sensibilità e leadership intorno ai nostri temi). Se ne parlerà in un incontro del gruppo animatori, serale, di un paio di ore.
Gli animatori ritornano nelle classi nel secondo quadrimestre 2 incontri di circa 2 ore per ogni classe (per un totale di 24 incontri). A partire dall’esperienza di visita del cantiere Caritas si procede con metodi della partecipazione (leadership di servizi, metodo del discernimento ignaziano, design thinking…. E altre modalità che verranno condivise in una sessione di formazione collaborativa) a ideare e realizzare una iniziativaculturale o di servizio. I ragazzi vengono stimolati a proporre attività che sono in grado di realizzare direttamente, cose sperimentabili e attuabili nell’estate e/o nell’anno successivo.
FASE 3 – sperimentazioni e integrazione con altre attività (servizio, campi ecc.)
L’ultimo passaggio del percorso consiste nel trasformare ciò che si è compreso, incontrato e ideato in possibilità di azione. Nel fare qualcosa. Questa fase inizia con l’estate e procede con l’inizio della scuola per tutto il primo quadrimestre.
Da una parte si prevede – visto il rapporto che si sarà stabilito con i ragazzi del gruppo e con le classi – di orientare m(con proposte mirate a ciascuno, secondo le sue attitudini) verso attività quali il campo estivo Caritas, il volontariato sociale nei vari progetti visti, i campi estivi dell’Azione Cattolica e le altre iniziative che la Diocesi proporrà ai giovani. Dall’altra si prevede di accompagnare ancora le classi per un ultimo tratto di percorso: la realizzazione di iniziativeche le 12 classi avranno pensato e che si potranno realizzare anche grazie alla collaborazionedi associazioni del territorio (le coinvpolgeremo in questa fase).